BlackFashionMatters. La nostra top list dei 15 giovani stilisti black da conoscere ora
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BlackFashionMatters. La nostra top list dei 15 giovani stilisti black da conoscere ora
Sconosciuti, invisibili, di nicchia (salvo eccezioni). Non ce n'eravamo accorti, ma quella degli stilisti di colore è una categoria ancora sottorappresentata nello scintillante panorama della moda contemporanea. E non bastano i nomi noti di star dell'ago e filo come Dapper Dan, il mago della street couture recentemente chiamato da Gucci per una collaborazione intellò, o del sofisticato Kerby Jean-Raymond, anima creativa di Pyer Moss, o degli ancora più celebri Olivier Rousteing di Balmain e del solito Virgil Abloh, asso pigliatutto del modern luxury griffato, a ristabilire un equilibrio.
C'è voluto il #blacklivesmatter per accendere i riflettori sui giovani stilisti di colore rimasti ingiustamente sottotraccia, intrappolati in una tela invisibile che alcuni big, come Stella Jean, ritengono intessuta di pregiudizi e negligenze legate al colore della pelle. Ora qualcosa è cambiato: in molti hanno istituito tavoli di studio ad hoc e, per la prima volta, la Fashion week milanese ha lanciato cinque nuovi talenti poc (people of color, ndr) con una sfilata dedicata. Un passo fondamentale verso la race equity, che accompagna il lustro inaspettato gentilmente offerto dal lockdown: la vetrina democratica del web ha svelato nuovi talenti e tracciato nuove rotte di stile, che ripercorriamo presentandovi alcuni nomi, noti e non, da tenere d'occhio. Buona lettura e... think black!
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1) BROTHER VELLIES
Volete sentirvi contemporaneamente a New York e a Nairobi? Ecco il brand che fa per voi. Fondato nel 2013 dall'eclettica Aurora James – giornalista, artista, musicista, fotografa, orticultrice e, naturalmente, stilista – Brother Vellies è un melting pot di creatività , qualità e sostenibilità applicate a borse e scarpe dall'allure ethnopolitan chic.
brothervellies.com
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2) ORANGE CULTURE
Più che un marchio di moda, Orange Culture è un movimento, spiega in bio Adebayo Oke-Lawal, stilista tanto precoce – ha iniziato a disegnare a 10 anni – quanto eclettico (è anche fashion editor, attore, motivatore e attivista). I suoi capi, dalle silhouettes e dalle texture mai scontate, sono prodotti a Lagos con severi criteri di sostenibilità .
orangeculture.com
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3) HANIFA
Un manifesto di inclusione ed empowerment femminile. Questo e molto altro – sexyness, indipendenza, joie de vivre e un pizzico di esibizionismo – è il mix vincente che Anifa Mvuemba ha instillato nel proprio marchio, rivendicando (anche) radici congolesi e piena libertà di taglia. Perfino Zendaya ha un debole per lei.
hanifa.co
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4) RICH MNISI
Nato e cresciuto a Soweto, è l'astro nascente della moda sudafricana. Segni particolari: colori impattanti, shaping grafico e capricci stilistici che regalano a ogni basic una nuova identità . Pochi mesi fa Coca-Cola lo ha scelto per una collaborazione. Flamboyant.
richmnisi.com
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5) CLAUDIA NTSAMA
Da qualche tempo a questa parte la vita di Claudia Gisèle Ntsama, nata in Camerun ma italiana d'adozione, è cambiata. Fino alla fashion week milanese dello scorse settembre si manteneva facendo le pulizie, malgrado un brillante curriculum come studentessa d'arte e di moda tra Bologna e Strasburgo. Ora che ha sfilato con altri quattro designer poc per il progetto We are Made in Italy potrà finalmente dimostrare sul campo quanto vale. Sembra bravissima, scommettiamo che ce la farà ?
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6) WALES BONNER
Beniamina dei palati più sofisticati, Claire Wales Bonner crea magnifiche combinazioni da quando, nel 2014, si è diplomata al Central Saint Martins e ha fondato il proprio brand. Non a caso Maria Grazia Chiuri l'ha chiamata a reinterpretare con lei il New Look Dior per la Resort 2020.
walesbonner.net
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7) PYER MOSS
Ogni riferimento a Spike Lee, nel look personale di Kerby Jean-Raymond, è puramente casuale. Sì, perché il giovane designer americano-haitiano del brand non ha certo bisogno d'ispirazione in fatto di personalità e buone cause da sostenere. L'ultima, in ordine di tempo, è in bella vista sulla home page del suo sito: Exist to Resist, una cassa di risonanza per iniziative di giustizia sociale.
pyermoss.com
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8) STELLA JEAN
Le stampe wax, sapientemente mixate a impeccabili tagli sartoriali, sono la cifra personale della stilista italo-haitiana, che lo scorso febbraio ha dato vita al progetto Italians in becoming per denunciare le manifestazioni d'intolleranza razziale nel nostro Paese. Il mondo della moda ha subito colto l'appello, e lo scorso settembre ha dato vita al movimento Black Lives Matter in Italian Fashion con l'endorsement della CNMI. Gli sviluppi? La prima sfilata We are made in Italy, con 5 giovani talenti neri, e un manifesto in sei punti entro la prossima Fashion week.
stellajean.it
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9) LEMLEM
Inno alla gioia formato mindfulness. Il brand di Liya Kebede, top di origine etiope dall'animo gentile, racchiude nel nome il suo destino: significa "sbocciare e fiorire", ed è solo uno degli effetti positivi che investono chi lo indossa. Sostenibile, etico, è pure connesso a una fondazione benefica.
lemlem.com
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10) TELFAR
C'è chi ha definito la borsa di questa foto come la "più concettuale del decennio". E chi l'ha ribattezzata la nuova Birkin dello street style. Sta di fatto che la Telfar bag, iconica tote disegnata dal liberiano-americano Telfar Clemens, non è che uno degli esperimenti più riusciti del geniale designer newyorkese (è disponibile in tre misure e 19 colori, tutti perennemente sold out). A ispirarlo, ammette sul suo sito, sono «identità , ubiquità , omogeneità , America e consumismo». Praticamente, un'ode spassionata alla cultura queer.
telfar.net
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11) SOKO
Fondato dalla kenyota Catherine Mahugu e guidato da donne, prima ancora che un marchio di gioielli Soko è un importante progetto sociale, che ha connesso quasi 1.000 artigiane subsahariane al mercato globale offrendo loro un salario equo e un'occasione di riscatto sociale. Già per questo, un must.
shopsoko.com
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12) CHRISTIE BROWN
Un tuffo nei colori pastosi e nell'assemblaggio sui generis dei capi made in Africa. Christie Brown era una sarta nonché la nonna di Aisha Obuobi, sopra, stilista ghanese che ha deciso di omaggiare la prima persona ad aver incoraggiato il suo talento intitolandole il brand. Per globetrotter del look.
christiebrownonline.com
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13) STUDIO 189
Tutto ciò che si conclude con una festa merita di essere ricordato. Per questo le sfilate gioiose che l'attrice Rosario Dawson organizza con l'amica del cuore Abrima Erwiah (nella foto, abbracciate) sono così memorabili. Per questo e per l'impegno che le accompagna: servono anche a sostenere il Made in Africa.
studiooneeightynine.com
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14) CUSHNIE
Ok, Carly Cushnie ha annunciato a fine ottobre la chiusura del suo brand a causa del Covid, ma la collezione A/I era già prodotta e merita comunque un posto in vetrina. I suoi calibrati mix'n'match di minimalismo, femminilità , pulizia e atemporalità sono sicuramente serviti a farci «sentire più sexy, sofisticate, forti», come sperava lei. E come hanno dimostrato, anche attraverso il look, le sue più affezionate clienti: Michelle Obama, Beyoncé e J-Lo.
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15) LAQUAN SMITH
Nato nel Queens, prodotto a New York, il brand dell'afroamericano LaQuan Smith è, secondo le stesse parole del designer, "Moderno, femminile, impenitente". Punti di forza: tagli e dettagli couture mixati ai pezzi chiave (e all'etica irriverente) dello streetstyle. Sul suo sito c'è anche una gallery dedicata alle muse di riferimento, capeggiate dalla super iconica top Winnie Harlow.
laquansmith.com
La moda nera conta, eccome. Perché è bella, perché fa parte del dna di tutti noi e perché, ancora oggi, non è abbastanza rappresentata