Christian Lacroix ci ha raccontato i suoi primi 10 anni
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Christian Lacroix ci ha raccontato i suoi primi 10 anni
"Il mio incontro con Desigual è stata una specie di colpo di fulmine. Credevo, ancor prima di conoscerne il funzionamento e il suo personale, che fosse un marchio più che coraggioso e ammirevole nel suo modo di andare controcorrente dei dettami, delle tendenze, del gusto politicamente corretto, del minimalismo o della banalità che regnavano ovunque. In questo modo, Desigual ha creato il proprio stile, la propria moda, uno spirito, un’attitudine" le parole di Christian Lacroix raccontano, emozionano, descrivono i suoi primi 10 anni insieme al brand fondato da Thomas Meyer. Si intitola infatti Desigual x Monsieur Christian Lacroix Forever la collezione-anniversario che trova nella lavanda e nelle stampe il suo modo di evadere e festeggiare. "È un po’ come una compagnia teatrale (l’altra mia grande passione: lavorare per il palcoscenico, il teatro, l’opera, ecc.): tutti gli attori o i musicisti suonano lo stesso pezzo, la stessa partitura, ma ognuno lo fa con la propria personalità". In occasione di questo speciale compleanno, abbiamo lasciato fosse proprio Mr Lacroix a raccontarci i suoi primi dieci anni insieme a Desigual e concederci un piccolo spoiler della nuova collezione Moda Primavera Estate 2021.
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1) Ricorda un aneddoto speciale di questi 10 anni?
Quella volta in cui alcuni membri del brand furono invitati ad andare a Parigi per decorare il nuovo negozio de L’Opéra secondo le proprie creazioni e ispirazioni. Qualcosa di mai visto. Ma, il ricordo più personale, quello che sicuramente non dimenticherò mai, è stato il mio compleanno a sorpresa, durante la prima stagione, nei giardini dello Zoo, con un lungo tavolo bianco, orchestre, torce... Non avevo mai festeggiato un compleanno così.
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2) Barcellona, Arles, Parigi, opera, teatro, Desigual... Come descriverebbe il suo spirito creativo negli ultimi anni?
L’insieme è un tutto, esiste molta prossimità tra lo spirito di Barcellona, dove ho vissuto molti eventi importanti della mia vita per mezzo secolo, e il mondo dell’opera, non solo per il Gran Teatre del Liceu, ma anche per la teatralità della città e di tutto ciò che è accaduto in essa, la cultura catalana e quella spagnola si mescolano contemporaneamente a tutte le influenze etniche o storiche, come in una stampa o in un capo Desigual. Anche Arles, su scala minore, è un teatro, e Parigi lo è stata. Siamo tutti attori sul palcoscenico della nostra stessa esistenza, forse ancora di più in questo “sud” che condividiamo. Considerando che, prima di tutto, mi sento mediterraneo più che francese, che non è altro che un passaporto. Ogni giorno che passa lo noto di più. E in questo scenario universale, Desigual è un formidabile sarto di anime e corpi.
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3) Quando spegnerà le candeline dei suoi dieci anni sulla torta... Quale sarà il tuo desiderio per Desigual?
“Many happy returns”, per altri dieci anni! E il mio motto in spagnolo: “Amor, ánimo, arriba, adelante” (amore, coraggio, su, avanti).
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4) Come riassumerebbe questi 10 anni in una frase? E in una parola?
Senza esagerare, direi che questi dieci anni sono il culmine del mio lavoro come stilista di moda. In una frase, diciamo che questi dieci anni sono il completamento, il perfezionamento della mia carriera nella moda dopo l’Haute Couture. In una parola, direi “pensione” o “piacere”, “gioia” di disegnare, soprattutto le stampe.
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5) Cosa direbbe ai fan di Desigual e di Christian Lacroix di tutto il mondo?
Tutto il mio riconoscimento per il loro aiuto, il loro sostegno, il loro entusiasmo, il loro interesse per le proposte che provengono, soprattutto, dal cuore e che cercano di coniugare innovazione, audacia e vestibilità per offrire loro una seconda pelle e affinché ognuno se ne appropri a modo suo.
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6) C’è una collezione che ricorda con particolare affetto? Perché?
Le prime, mi piacciono sempre le prime volte. E quelle successive! Ma se posso permettermi una fantasia, mi piacerebbe vedere una collezione realizzata con tutto ciò che abbiamo dovuto scartare, a volte molto a malincuore.
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7) Com’è stato possibile preservare il suo stile di questa collaborazione nei look streetwear e per così tanti anni?
In Francia, abbiamo un personaggio di Molière, Monsieur Jourdain, ne Il borghese gentiluomo, che si meraviglia quando gli dicono che quando parla fa prosa, senza saperlo, come se gli dicessero che scrive versi, poesie, ma senza rendersene conto. Per me è un po’ la stessa cosa, faccio Lacroix senza rendermene conto, in modo naturale, semplice, seguendo la mia convinzione, il mio piacere.
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8) Come descriverebbe questa collezione SS21?
È senz'altro ispirata anche all'abbigliamento di Arles nel XVIII secolo, che mescolava cotoni provenienti delle Indie, sete, velluti di cashmere e pizzi... Ma anche fiori di ogni tipo, naturalistici, tradizionali, astratti, alcuni uccelli orientalisti, oltre a grandi girasoli, facendo riferimento ad Arles dipinta da Van Gogh. Tutto questo in due versioni, una gamma basata su toni lavanda, da un lato, e, colori vivaci su uno sfondo nero, dall’altro.
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9) Qual è la sua prossima tappa del suo lavoro con Desigual?
Parlare sempre di più e sempre meglio la lingua “Desigual”. Voglio davvero tornare a Barcellona, nonostante le condizioni igienico-sanitarie, proprio per parlare con Thomas Meyer e lo staff dopo la collezione Autunno/Inverno che scoprirete presto.
Il mio motto? "Amore, coraggio, su, avanti!"