Ladies Oscar. Le ragazze hanno sfondato il soffitto dell’Academy?
Le ragazze hanno sfondato il soffitto dell’Oscar? Dopo l’annuncio delle candidature 2021 qualche incrinatura nel cristallo si vede. Per chi li ama, ci sono i record: per la prima volta due registe, Chloé Zhao per Nomadland e Emerald Fennell per Promising young woman sono nominate nelle categorie miglior regia e miglior film, Viola Davis con Ma Rainey’s Black Bottom è la prima afroamericana a raggiungere le quattro nomination, Frances McDormand è in gara come interprete e come produttrice per Nomadland, Zhao è la prima ragazza a correre contemporaneamente per regia, film, sceneggiatura e montaggio. Fra i film stranieri, il migliore, è Quo Vadis, Aida? scritto, diretto e co-prodotto da Jasmila Žbani.
Come dire che stavolta le donne, vista la mal parata, han deciso di fare da sé e la scelta, tutta femminile e multitasking, evidentemente paga. Laura Pausini con Io sì è favorita per la miglior canzone in coppia con la musicista Diane Warren mentre la nostra Dalia Colli corre per i migliori costumi (con Mark Coulier e Francesco Pegoretti) per Pinocchio. Fra le attrici in gara (ce la farà Glenn Close, giunta all’ottava candidatura, a vincere finalmente?) si ritagliano uno spazio speciale Amanda Seyfried, la stellina Marion Davies di Mank, così intelligente sotto l’ingannevole platinatura da strappare la scena ai protagonisti, e Vanessa Kirby interprete di Pieces of a Woman già premiata a Venezia, che viaggia nel suo lutto di madre con lucida follia.
Lascerà il segno, statuetta o meno, la nonna del film Minari di Lee Isaac Chung, mirabile melodia senza lacrima facile (in Italia lo distribuirà Academy Two): l’attrice Youn Yuh-jung, la prima coreana a conquistare una candidatura, è la scomoda vecchietta che, in visita alla famiglia emigrata in America, gioca a carte strillando parolacce e “non fa i biscotti” come lamenta il nipotino, ma lascia sulla sua strada una ventata di verità che parla ad ogni donna.
Così come ha la forza di un pugno pop, horror e persino romantico il ruolo della vendicatrice Carey Mulligan in Promising Young Woman (Universal). Lei si finge ubriaca, lui ci prova, lei pareggia i conti: ogni sera uno diverso, ogni sera un violentatore o un femminicida scontano la propria pena. Senza denunce lamentose ma con brillante crudeltà, giocando tra i generi, dai più divertenti ai più feroci. Non per caso la regista Fennell firma la serie Killing Eve e nella sua altra vita da attrice è Camilla Parker Bowles in The Crown.
Forse c’è speranza, forse abbiamo smesso con le buone maniere. L’Oscar #sowoman promette bene.