Le scuole superiori riaprono a gennaio, i governatori fermano Azzolina

Il nodo resta sempre lo stesso: la scuola. L’idea di riaprire gli istituti superiori di tutta Italia a dicembre appare ormai tramontata, nonostante il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina abbia provato in ogni modo ad accelerare. Ha ottenuto invece la promessa di riaprire i battenti il 7 gennaio e di non richiuderli più fino alla fine dell’anno. Anche se poi, come si sa, molto dipenderà dalla curva dei contagi.
La pietra tombale sulla riaperture delle scuole il 9 dicembre, nonostante anche il premier Conte avesse parlato di ritorno tra i banchi prima di Natale, è stata posta ieri dai governatori durante un incontro con il ministro della Salute Roberto Speranza, il quale ha preso atto che molti presidenti preferiscono riaprire le scuole superiori a gennaio. Solo Eugenio Giani della Toscana ha proposto una forma intermedia. Contattato dall’Huffpost spiega che sarebbe opportuno “in questa fase di contenimento immaginare una didattica al 50% a casa e al 50% in classe. Una forma intermedia, insomma”. In modo tale, spiega il governatore, che gli alunni “possano sincronizzarsi meglio con la didattica a distanza. Se a casa non capiscono qualcosa hanno possibilità di chiederla in presenza il giorno dopo agli insegnanti”. E ancora: “E’ importantissimo che questi giovani possano vivere un livello di socializzazione altrimenti perdono molto nel chiudersi a casa. La didattica a distanza funzione se viene integrata con la presenza in classe”.
Tuttavia la sua è rimasta una posizione isolata rispetto alla maggioranza dei governatori, che ha chiesto di tenerle chiuse fino a gennaio. In molti casi il problema è sempre quello dei trasporti. La proposta del ministro Paola De Micheli di fare lezione a scuola anche il sabato e la domenica è stata bocciata e ha ricevuto anche critiche aspre. A prendere le distanze sono stati non solo i sindacati e le opposizioni ma persino...
Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.