Tutte le citazioni indimenticabili del 2020 (sull'urbanistica, l'architettura e il design)
Quante volte, parlando con persone (designer, ricercatori o docenti) che sanno ciò che dicono, vorremmo fermare il tempo e segnare delle massime che possano essere degli insegnamenti? Ecco qui una raccolta in pillole, un best of - per dirla all'inglese - del meglio che ci è stato raccontato durante le nostre interviste. Penna e taccuino alla mano allora, perché da Maurizio Cattelan a Riccardo Falcinelli, da Lavinia Fuksas a Edoardo Tresoldi e molti altri, ecco le frasi più belle del 2020.
Maurizio Cattelan, artista
"La mia casa ideale? Quella che disegnano i bambini: un tetto, una finestra per muro e un pavimento. Al massimo mi concedo il lusso di un tappeto, mi piace sdraiarmi per terra ogni tanto e fissare il soffitto"
Cino Zucchi, architetto
"L’architettura ha sempre avuto un rapporto ambiguo con il potere"
Sandro Veronesi, scrittore
"Le cose sono innocenti. Io sono molto legato all’idea di Italia che viene fuori dalla somma storica degli oggetti, che secondo me ha dato e dà ancora conto del nostro genio nazionale anche più della moda o dell’industria alimentare. Se devo pensare a dieci eccellenze italiane dell’era moderna, almeno sei-sette sono pezzi di design"
Luca Montuori, Assessore all'Urbanistica di Roma
"Le città cambieranno e riscriveranno la grammatica di una nuova vita insieme"
Ippolito Pestellini Laparelli, designer
"Il grande design italiano negli anni d’oro nasce dall’osmosi tra mondo progettuale e industria, senza scissioni tra gli ambiti. È un rapporto che forse non si può prescindere, soprattutto con le sfide che abbiamo di fronte"
Riccardo Falcinelli, designer
"Le persone colte, le persone aggiornate, le persone che si interessano di arte contemporanea e di moda sono abituate a un cambio continuo di canoni estetici. Il punto è se questi canoni cambino per l'immaginario comune - e io credo che, gradualmente, cambieranno anche lì"
Erica Petrillo, curator
"La prima cosa imparata in questo nuovo mondo è che, quando si è piccoletti, si può essere più liberi"
Jonathan Bazzi, autore
"Nel palazzo in cui sono cresciuto vivevano delle persone coinvolte nella microcriminalità e loro imponevano un regime: il portone non si poteva aggiustare, doveva rimanere aperto per facilitare i loro movimenti. Se veniva aggiustato, il giorno dopo era rotto di nuovo. In questo contesto, il tentativo di riparare si scontra con il ritorno all'inevitabile"
Hans Ulrich Obrist, curatore
"Enzo Mari è il Leonardo della nostra epoca"
Lavinia Fuksas, jewelry designer
"Forte della sua tradizione architettonica, il triangolo non è solo il simbolo della perfezione a cui tendiamo: è il segno della donna, il centro del mondo e la culla della vita"
Ernesta Caviola, architettrice e fotografa
"Dietro alla questione del femminile nell’architettura, c’è un problema percettivo: la chaise longue viene progettata per la prima volta da Charlotte Perriand, ma passa alla storia come un pezzo di Le Corbusier, la villa di Eileen Gray, la E.1027, per trent’anni viene attribuita (sempre) a Le Corbusier, il lavoro architettonico di Lina Bo Bardi non è ancora noto in Europa. Il tema è molto delicato. Fare massa critica, far vedere tutto quello che l’energia femminile ha prodotto e produce è importante"
Joseph Grima, curatore
"Un museo è come un ponte di conoscenza tra alcuni oggetti che tendenzialmente rimangono fissi nel tempo, uguali a sé stessi, e quindi non cambiano, e un pubblico e un contesto sociale in continuo cambiamento”
Sara Riccardi, designer
"Un oggetto è come una bandiera, diventa subito simbolo ed è la modalità più facile per raccontarsi. Invece io propendo per una dinamica relazionale, andando alla ricerca di legami tra-e-con le persone”
Pj Natuzzi, designer
"Non sono un tipo che si arrende, al contrario lotto per mettere a terra i sogni”
Edoardo Tresoldi, artista
"Una nuvola attraversa lo spazio visivo di un albero, lo Stretto di Messina subisce le condizioni climatiche: cambia il cielo, arriva la foschia che cancella la Sicilia, poi la Sicilia si mostra di nuovo. Scolpire il paesaggio vuol dire realizzare una composizione con degli elementi che sono vivi e si evolvono e che, grazie alla trasparenza, riescono a cambiare visivamente"
F-Architecture, collettivo femminista
"Possiamo anche guardare al trucco, all'abbigliamento, alle protesi, come a modi con cui cerchiamo di plasmare il nostro essere nel mondo, giorno per giorno. Ma dobbiamo ammettere anche che i nostri tentativi di disegnare le apparenze non impediscono a qualcuno di fraintendere la nostra identità, o di negare chi affermiamo di essere: una donna, un cittadino, un paziente, un mucchio di terriccio. Se queste non sono costituzioni stabili, ma piuttosto qualcosa di provvisorio, di negoziabile, di affettivo e di affabile, allora, forse, abbiamo bisogno di intendere il corpo in modo diverso, integrandolo nella progettazione"
Francesca Torzo, architetta
"Gli edifici che restano sono quelli a cui le persone riconoscono un significato"